Testimonianze: i volontari AVO NAPOLI all’Hospice

 

La cosa che colpisce subito un volontario quando entra in un reparto hospice sono le porte chiuse.

In tutti gli ospedali difficilmente le corsie sono a porte chiuse: passando si vedono i letti e le persone che vi giacciono. Nell’Hospice le porte sono chiuse e bisogna bussare piano ed attendere prima di entrare. Il volontario sente il cuore che batte forte e la tristezza del luogo lo coinvolge profondamente, ma è un volontario, allora sorride ed entra.

Le persone ricoverate in genere sono accompagnate da familiari affettuosi che trascorrono l’intera giornata con l’ammalato; anche loro hanno bisogno di una parola, di sorridere, di dimenticare per pochi secondi quello che li circonda. Così il volontario parla, si presenta e comincia a scambiare due chiacchiere per allentare la tensione. I familiari sono sempre ben disposti a parlare per liberarsi del peso di tristezza che hanno nel cuore. Alcuni raccontano volentieri tutta la loro storia, per riviverla con qualcuno e condividere l’immenso dolore che li accompagna. Sanno benissimo che i loro cari stanno per lasciarli e vogliono che noi volontari li conosciamo per sapere che persone gentili erano, bravi padri, madri, fratelli, sorelle.

Alcuni sono soli e non sempre hanno voglia di parlare o di condividere il dolore e la paura che li attanaglia. Quelli che ti accolgono sono contenti di avere qualcuno disposto ad ascoltare la loro vita, i loro ricordi ed è un momento bellissimo di condivisione e di amore che ferma il tempo.

Rivivo l’esperienza con una paziente “Maria” che, non potendo parlare, con lo sguardo ci chiedeva calore e vicinanza e noi, avendolo percepito, le abbiamo preso le mani e lei ci ha ripagato con lacrime di ringraziamento per aver capito la sua richiesta di contatto: le nostre mani tremavano per l’emozione. Ancora, un paziente extracomunitario, che non capiva la nostra lingua, ricoverato da lungo tempo, ci accoglieva con le braccia aperte simbolo di abbraccio e benvenuto.

Non vedi più l’ammalato ma una persona che vuole sentirsi capita ed accettata.

Fare volontariato all’Hospice è travolgente perché ti mette a contatto con la paura più profonda dell’uomo: la morte.

Angelina de Cesare presidente AVO Napoli

Luisa Pietropaolo Mariateresa Carillo volontarie Hospice

Tratto dalla rivista “Il Girasole – Anno 3 N.1”.