L’AVO. Quando, come e perché è entrata a far parte della tua vita? Raccontaci di te e del tuo percorso.
L’Avo è entrata a far parte di me per puro caso. Mi trovavo in ospedale di sabato pomeriggio a tenere compagnia a mio padre che era ricoverato; in quel frangente si è avvicinata una ragazza con il camice azzurro e si è intrattenuta con noi, piacevolmente, rompendo un po’ la “routine” che, come potete immaginare, era fatta di silenzi e frasi fatte.
Al termine mi sono complimentato dicendole che era una bella cosa quella che stava facendo e che era raro trovare persone così disposte a sacrificare un “soleggiato sabato pomeriggio” e lei mi ha risposto “guardi e’ una cosa semplice che tutti possono fare” ed io “mi piacerebbe … un giorno lo prenderò in considerazione” e lei “perché aspettare tra quattro giorni inizia il nostro corso di formazione.”
L’ho preso come un segno del destino: ho seguito il corso e dopo qualche mese ho svolto il servizio, ricordo ancora, era un venerdì, sono tornato a casa “soddisfatto e sereno” se non che questo ha coinciso con l’evento della morte di mio padre. Proprio quella sera si era aggravato, la mattina seguente veniva ricoverato in codice rosso ed in seguito più tardi è venuto a mancare, proprio nel reparto dove la sera prima avevo svolto il mio turno di servizio.
Dopo un anno vengo “convinto” ad impegnarmi attivamente anche nella gestione dell’Associazione dall’allora Presidente dell’Avo Zona Intemelia Luciana Brignani Trucco. Dapprima vengo eletto nel Direttivo, come Consigliere, poi a seguito del rinnovo delle cariche, assumo il ruolo di Presidente.
E’ grazie a persone come Luciana ed alla loro lungimiranza se la nostra associazione può continuare a svilupparsi: Luciana non si è seduta sugli allori, non ha custodito “gelosamente” il proprio incarico ma, al contrario, si è prodigata per ricercare tra i volontari chi potesse continuare il suo lavoro e raccogliere il testimone.
Chi ricopre incarichi direttivi dovrebbe avere come obiettivo principale quello di individuare chi dopo di lui possa succedergli, facendo si che il lavoro fatto non vada perso.
Ancora oggi Luciana costituisce un pilastro insostituibile e a Lei va il mio ringraziamento più sincero.
Sono 7 anni che sono un Volontario Avo, svolgo tuttora servizio presso l’ospedale di Bordighera nel Reparto di Medicina. Lo scorso anno, da Presidente dell’AVO Zona Intemelia, ho avuto la possibilità di svolgere il servizio presso tutte le quattro Case di Riposo in cui operiamo e questo mi ha consentito di rendermi conto dell’enorme aiuto che riusciamo a garantire anche in questo contesto.
Nell’aprile del 2019, del tutto inaspettata, è giunta l’elezione a Presidente dell’AVO Liguria. Nella vita sono un Avvocato, sono sposato ed ho un figlio da pochi giorni maggiorenne.
Non è per nulla semplice conciliare l’impegno professionale con gli impegni associativi.
Questo incarico non era neppure lontanamente nei miei pensieri più reconditi.
Non nascondo che, per settimane, ho pensato di rinunziare soprattutto perché la responsibilità che ne deriva mal si concilia con gli impegni professionali.
La consapevolezza del ruolo è maturata piano piano, diciamo da poche settimane, dopo la partecipazione al Consiglio Federavo Congiunto Direttivo e Consiglio delle Regioni. Questa quindi è una storia ancora tutta da scrivere per cui chiedo ai Volontari della mia Regione indulgenza e collaborazione.
Che cosa ti ha insegnato l’AVO?
L’Avo mi ha insegnato innanzitutto che esiste un mondo fatto di belle persone, che sono i nostri volontari, ognuno con la propria storia ma con un comune sentire.
L’Avo mi ha insegnato che se ognuno di noi facesse attivamente qualcosa per il prossimo questo mondo sarebbe certamente migliore.
L’Avo mi ha anche insegnato che le cose per funzionare richiedono necessariamente regole ed organizzazione, cosa che non immaginavo quando sono entrato in Avo.
Durante il tuo mandato ti sei dato certamente dei traguardi da raggiungere. Quali progetti vorresti intraprendere?
La mia elezione molto recente è stata del tutto inaspettata; a livello regionale non vedo la necessità di grandi cambiamenti o grandi progetti da realizzare nell’immediato futuro.
Vorrei semplicemente riuscire ad organizzare in maniera più funzionale e coordinata le nostre quattordici Avo locali cercando una uniformità nei processi e nelle modalità di gestione per semplificare la vita dei Presidenti e dei Consigli Direttivi.
Mi sono ripromesso di far si che vi sia più comunicazione tra le AVO e che questa avvenga in maniera più organizzata.
A cura di Jose Vadora