Intervista a Marisa Monticelli
Presidente Regionale Emilia Romagna
Incontro Marisa Monticelli, presidente regionale Emilia Romagna, e, con sorpresa, realizzo che, a soli 40 anni, è in AVO già da 22: più di metà della vita prestando servizio di volontariato!
Marisa lavora presso un centro diurno per disabili e quando è a casa si dedica molto ai suoi fiori dei quali ha pieno il balcone, ama la lettura e i viaggi dei quali costruisce personalmente l’itinerario. Ha scoperto la bellezza dell’Italia anche girando per le AVO.
Il suo servizio, come volontaria dell’AVO di Piacenza, è iniziato presso l’U.O. di Oncologia e successivamente ha assunto il ruolo di Presidente dell’AVO Piacenza (due mandati da vice Presidente ed uno da Presidente). Da sei mesi ha assunto il ruolo di Presidente regionale Emilia Romagna.
Marisa racconta come, l’anno scorso, sia entrata In crisi motivazionale e di come abbia ricevuto un grande aiuto da parte dei volontari, in particolare di Silvia Paglia, allora Presidente regionale; molto il proprio lavoro per ritrovare la motivazione ma grande la gioia di aver ritrovato la sua AVO.
Marisa mi parla della regione di cui piano piano sta imparando a conoscere le AVO, 19, di cui 13 nella provincia di Modena e Reggio Emilia, anche grazie all’esperienza dei componenti del Consiglio Direttivo Regionale, tra cui Marzo Zironi, delegato AVO Giovani Emilia Romagna e ora Vice Presidente Regionale.
Le difficoltà non sono mancate in quanto non pienamente a conoscenza delle diverse realtà, così, cercando di conciliare lavoro, casa e volontariato, ha iniziato a prendere contatto con le diverse AVO per comprendere quale dovesse essere il suo compito e su quali iniziative puntare.
L’impatto è con realtà molto variegate e vivaci abituate a creare tra loro una rete di collaborazione e condivisione di esperienze; Marisa decide, quindi, di puntare sull’organizzazione del servizio, sulla formazione sviluppata dall’AVO regionale cominciando dall’analisi dei bisogni per trovare percorsi comuni.
Alcune AVO sono piccole perciò calate enormemente nel territorio (come quelle nella provincia di Reggio e Modena, ad esempio) ma, proprio perché piccole, con notevoli difficoltà di trovare persone che possano assumere incarichi nella propria Associazione e procedere al periodico avvicendamento.
Difficile, pertanto, il ricambio e alcune AVO piccole sono state costrette a chiudere nonostante in AVO in generale è positiva la condivisione delle difficoltà e il sostegno reciproco.
Impegno primario è quello di puntare sulla relazione ovvero orientare la formazione sulla relazione di aiuto e l’ascolto del malato.
Altro tema importante su cui impostare la formazione è stimolare la partecipazione alla vita associativa così si ripropone di lavorare con l’AFCV sul tema “Riscoperta del valore del volontariato”.
I Presidenti locali, durante una Assemblea svolta nei mesi scorsi, hanno approvato il progetto della creazione di una Commissione regionale, della quale faranno parte volontari che hanno partecipato alla formazione Federavo con il coach Roberto Ceschina più altri formatori, che dovrà occuparsi del tema “selezione”, necessità emersa nel constatare che ogni AVO adotta sistemi diversi di selezione. Per una maggiore comprensione dei diversi metodi di selezione è stato previsto un questionario, ovvero una scheda di intervista strutturata. Obiettivo è quello di poter dare alle AVO strumenti atti ad individuare le persone più idonee al servizio AVO e
per il 2020 l’AVO regionale ha previsto un primo step di formazione a cura di una consulente esterna per condividere buone prassi comuni su questo importante tema.
Il Consiglio Regionale sta, inoltre, investendo molto sui giovani e ha già avviato un censimento dei giovani delle AVO dell’Emilia Romagna.
Marisa, delusa da coloro che si limitano al solo turno in servizio e non partecipano alla vita associativa, si adopererà per il sostegno del gruppo e la capacità di mettersi in discussione mostrando un carattere positivo e determinato.
Oggi, volontaria con tanta esperienza, afferma che ogni storia che ascolta durante il servizio o dagli altri volontari è per lei un grande arricchimento e uno stimolo a proseguire con l’entusiasmo di sempre.
Allora non posso che augurarle un buon lavoro e sempre tanto entusiasmo!
A cura di Giusi Zarbà