In memoria di Franca Pasini
Il Covid ha portato via anche Franca a poca distanza dal fratello come un’alta marea, quando si ritira silenziosamente.
Per noi, AVO, è stato difficile stare alla finestra senza poter fare nulla.
Nel suo cognome campeggia una P, che racchiude il suo essere: precisa, pignola, puntigliosa, paziente, passionaria, pungente, premurosa sempre, comunque, pronta e presente.
In ospedale in reparto ed in accoglienza, ma anche in appoggio alla segreteria per le telefonate ai volontari, negli anni, in cui non c’era la tecnologia, lei faceva il grande servizio di raccogliere opinioni e di tenerci informati.
Durante i corsi di formazione raccoglieva le firme di presenza e si annotava la nostra data di nascita per farci gli auguri di compleanno.
Se nessuno se lo ricordava, potevi contare sul suo augurio instancabile.
Premurosa nel ricordare, con un sorriso, che il camice va abbottonato, e materna nel racchiudere tra le sue mani le tue, mentre chiedeva come stavi.
Si trattava di reclamizzare il corso di formazione? Lei era pronta.
Diventava rossa come il suo maglione, quando qualcosa era fatto con poca precisione, e si lasciava scappare un “lesa ande’” (lascia andare), che equivaleva ad una spiegazione lunghissima.
Il camice immacolato, ricoperto in spogliatoio da un nylon di protezione, (unica e sola ad averlo) e la messa in piega fresca di parrucchiere per rispetto all’ammalato.
Tutti noi ti ricordiamo così con affetto e gratitudine per averci ricordato che dobbiamo sempre cambiare il dolore in amore.
Nel tuo ricordo continueremo a farlo pensandoti con riconoscenza per quello che hai dato a tutti anche a chi non ti ha conosciuto.
Poesia Henry Scott Holland
La morte non è niente
La morte non è niente. Non conta
Io me ne sono solo andato nella stanza accanto.
Non è successo nulla.
Tutto resta esattamente come era.
Io sono io e tu sei tu
E la vita passata che abbiamo vissuto
Così bene insieme è immutata, intatta.
Quello che eravamo prima l’uno per l’ altro lo siamo ancora.
Chiamami con il vecchio nome familiare.
Parlami nello stesso modo affettuoso
Che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce.
Non assumere un’ aria solenne e triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
Di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.
Sorridi, pensa a me e prega per me.
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima.
Pronuncialo senza la minima traccia d’ ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto.
È la stessa di prima,
C’ è una continuità che non si spezza.
Cos’è questa morte se non un incidente insignificante?
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’ angolo.
Va tutto bene, nulla è perduto.
Un breve istante e tutto sarà come prima.
E come rideremo dei problemi della separazione quando ci incontreremo di nuovo!
Giovanna
AVO Forlì – Forlimpopoli