I primi quarant’anni di AVO Casale Monferrato

Quarant’anni di vita sono un traguardo, anche per noi di Avo Casale.
Lo scorso 10 luglio, in ritardo di un anno a causa del covid, la locale sezione ha festeggiato questo appuntamento importante. Come nella vita di una persona, gli “anta” segnano il passaggio alla piena maturità, quell’età in cui l’individuo dà il meglio di sé, anche Avo Casale è arrivata al classico giro di boa.
L’appuntamento, organizzato con il patrocinio del Comune, nella splendida cornice dell’ex chiostro di Santa Croce, nonostante tutte le restrizioni dettate dalla situazione contingente, ha riscosso un buon interesse di pubblico e non solo da parte degli addetti ai lavori.

CHI C’ERA?
L’evento di sabato ha visto la partecipazione, accanto ai vertici di Avo a livello locale, regionale e nazionale, anche delle principale autorità cittadine: dal Vescovo Monsignor Gianni Sacchi, al presidente del Consiglio comunale Fiorenzo Pivetta, all’assessore ai servizi sociali Luca Novelli. Presenti anche Anna Maria Avonto responsabile dei servizi socio assistenziali dell’Asl di Casale, oltre al direttore di CSVAA AnnaMaria Massocco, all’ex cappellano del Santo Spirito don Claudio Cipriani, ai rappresentanti delle principali associazioni di volontariato cittadino come, tanto per fare qualche nome, Croce rossa, Croce verde, Protezione civile, Avis, accanto ad un folta rappresentanza dei nostri volontari.

L’EVENTO
L’incontro, che è stato condotto da Chiara Patrucco, vicepresidente, si è aperto con la presentazione da parte della presidente Marina Pagliano, che ha rimarcato come la festa sia una dimostrazione che Avo ancora è presente sul territorio, nonostante le difficoltà dell’ultimo anno. “Avo Casale c’è – ha detto – ed è ancora viva e presente non solo nei nostri cuori, ma anche nella comunità casalese”. Dopo l’incipit della presidente è stata la volta dei saluti di rito da parte di Monsignor Sacchi, Fiorenzo Pivetta e Luca Novelli, che hanno tutti focalizzato l’attenzione del pubblico presente sull’importanza del volontariato in genere e nello specifico sull’elevato numero di volontari presenti nella nostra città.

I RELATORI
Il microfono è passato poi ai relatori che sono stati chiamati a disquisire su temi importanti come: Avo oggi – Avo nei grossi centri – Avo e i giovani – Quale futuro per la nostra associazione – Come riciclarci sul territorio e continuare ad esserci se il Covid ancora ci blocca. Il primo a prendere la parola, in rappresentanza di FederAvo è stato il consigliere Nazionale Alessandro Demontis che, partendo da un recente discorso del presidente Mattarella “… la cosa più importante è aiutarsi reciprocamente, aiutarsi nelle difficoltà … abbiamo bisogno gli uni degli altri e quindi aiutare gli altri significa in definitiva aiutare noi stessi”, ha ricordato l’importanza della “reciprocità” e ha spiegato quanto il volontariato aiuti ed arricchisca anche e soprattutto chi lo fa, evidenziando infine le differenti possibilità per l’AVO di riproporsi fuori dalle corsie in questo periodo particolare, vivendo i possibili cambiamenti come “opportunità”. A parlare è toccato poi a Felice Accornero, presidente di Avo Regione Piemonte, che fra gli altri argomenti trattati, ha focalizzato l’attenzione sul calo fisiologico degli iscritti Avo, a causa pandemia, ma anche a causa del classico turnover, da un paio di anni a questa parte non più bilanciato dall’inserimento di nuovi volontari “…anche nei grossi centri c’è stata una diminuzione di volontari – ha detto – in un certo senso eravamo preparati. Quel che conta è esserci e quelli che sono rimasti sono pochi, ma buoni”.

In ultimo ha preso la parola Anna Maria Avonto, responsabile dei servizi socio assistenziali dell’Asl di Casale, che, partendo da una sua passata esperienza diretta con Avo durante l’ospedalizzazione della madre, ha rimarcato quanto spazio ci possa essere per Avo sul territorio cittadino. “Noi purtroppo, limitatamente al tempo a disposizione svolgiamo solo servizio alla persona – ha detto – ma spesso l’anziano, soprattutto se solo, oltre a quello ha bisogno anche di quattro chiacchiere, che noi non siamo in grado di offrire. Quindi ben venga una collaborazione con Avo”. Al termine degli interventi la nostra presidente Marina Pagliano ha ricevuto da parte di FederAvo una targa di riconoscimento per l’attività svolta.

DULCIS IN FUNDO
Dopo i ringraziamenti di rito da parte di Chiara Patrucco, a chiusura dell’evento, tutto all’insegna della sobrietà, come richiesto dalle regole del momento, è seguito un veloce rinfresco, che è stato anche l’occasione per rivederci e salutarci fra noi volontari di ieri e di oggi.

 

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CINQUE DOMANDE ALLA PRESIDENTE

Visibilmente soddisfatta per la riuscita dell’evento dei quarant’anni di Avo Casale la presidente Marina Pagliano. Soddisfatta a ragione, perché realizzare una festa senza esperienze pregresse e in un contesto come quello attuale non è un impegno da poco. Ecco, a caldo, le sue impressioni.

Come è andata la festa per il Quarantennale?
Direi che è andata bene. Una festa riuscita, grazie all’aiuto del Consiglio tutto e anche di chi al di fuori si è dato da fare. Ero perplessa e temevo uno scarso interesse a partire dai volontari, la pandemia purtroppo ci ha tenuti lontani dal nostro servizio, e da parte anche della città. Invece così non è stato. In relativamente poco tempo siamo riusciti non solo a ritrovarci e a dar vita fra di noi ad un gruppo di lavoro, ma anche a coinvolgere quella parte di Casale più sensibile al discorso del volontariato.

Sei soddisfatta?
Molto soddisfatta! Non finirò mai di ringraziare tutti quelli che mi hanno supportato nella realizzazione di questo progetto. Come ringrazio il Comune di Casale che ci ha offerto la prestigiosa location del chiostro di Santa Croce, una location che fa la differenza e ringrazio anche tutti coloro che hanno risposto al mio invito, dalle autorità cittadine, ai relatori, ai volontari di ieri e di oggi. La festa era un punto interrogativo che si è risolto con un “sì” pieno.

Ci sono state tante difficoltà nell’allestimento?
Certo che sì. Non è stato semplice organizzare un evento senza esperienza, in più in un periodo ancora di restrizioni sanitarie a causa della pandemia e nel mese di luglio quando la gente, dopo più di un anno di fermo, ne approfitta per muoversi. Abbiamo dovuto misurarci con normative anti Covid, con la difficoltà di reperire ospiti e volontari e anche con le nostre scarse competenze. Quando abbiamo iniziato non avrei creduto di farcela…

La “cosa” che ti ha fatto più piacere?
Veramente non ce n’è solo una. Mi ha fatto un piacere immenso, in primis, ritrovare tanti visi di volontari del passato, volontari che io stessa ho invitato, ma non pensavo venissero. Una prova non solo di un’affezione profonda nei confronti dell’associazione, ma anche che non hanno dimenticato la loro esperienza in Avo. Poi mi ha lasciata senza parole la targa che mi è stata consegnata da FederAvo. Proprio non me l’aspettavo e per questo è stata una piacevole sorpresa. La terza “cosa bella” è stata la lettura di brani scelti del libro, da parte di Giorgio Milani. Davvero toccante.

Qualche neo?
Uno solo: la mancanza dell’Asl di Casale. Avevamo invitato il responsabile, ma non poteva. Mi aspettavo mandasse qualcuno al posto suo, come ha fatto il sindaco che era all’estero. Ma così non è stato. Peccato, perché noi siamo volontari ospedalieri a tutti gli effetti. Non solo quindi la presenza dei vertici dell’Asl era importante, ma l’evento avrebbe potuto essere anche l’occasione per avere delle risposte concrete sul nostro futuro all’interno dell’ospedale di Casale.

 

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QUARANT’ANNI IN UN LIBRO

La festa per il Quarantennale di Avo Casale è stata anche l’occasione per presentare al pubblico la pubblicazione editata in concomitanza di questo importante anniversario. Il titolo, non poteva essere diversamente, “40 anni di Avo Casale”. A volerla la nostra Presidente Marina Pagliano. Il testo è la storia di noi volontarie nell’arco di 40 anni. Si tratta di un libro di una cinquantina di pagine, stampate in 500 copie dalla tipografia Cieffeprint di Casale, finanziate per intero da CSV Asti Alessandria. Dal punto di vista strutturale la pubblicazione può essere divisa idealmente in tre sezioni. La prima si apre con la presentazione della Presidente Pagliano, a seguire i saluti del Vescovo, del Sindaco e del Direttore dell’Asl di Casale. C’è poi uno spazio dedicato alla nostra storia: dalla nascita di Avo Casale negli anni ottanta fino ai giorni nostri, curato personalmente da Tecla Allara Canepa, la “memoria storica” del sodalizio casalese, presente in Avo fin dall’inizio a fianco del fondatore della locale sezione, il prof. Piero Capra Marzani. Prima in qualità di segretaria e successivamente, quando il prof. Capra lasciò l’incarico, come presidente di Avo, carica questa ricoperta per più mandati. Andando di seguito poi abbiamo trattato dei rapporti di Avo Casale con FederAvo ed ancora di quella che è la nostra mission. La parte centrale della pubblicazione, quella forse più significativa, è invece dedicata alle testimonianze dei volontari: sono testimonianze di ieri, dei veterani e testimonianze di oggi della nuova generazione. Si tratta di poesie, brevi scritti, racconti, alcuni anche ricchi di pathos che parlano delle nostre esperienze in corsia. Non c’è nulla come la corsia di un ospedale per rendersi conto di quella che è la realtà, anche nelle sue espressioni più forti. Insieme ai malati si vive ogni volta il dolore, la paura, la sofferenza, l’angoscia, la solitudine…
La terza sezione si apre con “la parola alla psicologa”, nella fattispecie a parlare è la dottoressa Tambornino, che da anni ci segue anche nella selezione dei nuovi volontari. Abbiamo fatto poi un accenno alle nuove metodologie di comunicazione anche nel nostro specifico settore, focalizzando l’attenzione sull’importanza di fare rete. A conclusione, last but not least, ultimo ma non ultimo, un argomento che tratta un tema che a noi sta molto a cuore: quale il futuro di Avo Casale nel post pandemia. E soprattutto avremo ancora un futuro?
Il nostro, dunque, è un piccolo libro, scritto in modo sintetico, ma che tratta tutti i principali argomenti di interesse e che offre al lettore anche degli imput non indifferenti. Cinquanta pagine di spessore, da leggere tutte d’un fiato e non solo da parte di chi è nel volontariato.