ENNEAGRAMMA: LA MAPPA DI UN VIAGGIO INTERIORE
Tracce storiche dell’Enneagramma
L’Enneagramma è una figura geometrica formata da una circonferenza con nove punti di riferimento (ennea=nove, gramma=punti). L’origine di questo simbolo ha tante ipotesi e tanti miti, ma poche certezze storiche definitive o solo riscontri parziali.
Tra le diverse ipotesi, si annoverano le seguenti: il simbolo ha una storia secolare che precede l’avvento del cristianesimo; le leggi iscritte nel sistema sono servite per conoscere la comsmologia, la fisica, l’astronomia e i fenomeni che governano l’universo; si sa che Pitagora si è servito dei numeri come linguaggio simbolico dell’evoluzione umana, con il nove come culmine della realizzazione; più tardi pare che i maestri Sufi lo abbiano conosciuto quale percorso di evoluzione spirituale nella conoscenza di Dio attraverso il superamento delle nove passioni. Le ipotesi sono molte, ma poche le certezze.
Anche all’interno della tradizione cristiana si riscontrano accostamenti ai contenuti dell’Enneagramma nelle riflessioni di padri della Chiesa o di autori medievali. Tra i padri della Chiesa spicca il nome di Evagrio Pontico, padre del deserto che trascorse 14 anni in Egitto, alla ricerca della sapienza nascosta. Nei suoi scritti(1) parla degli otto spiriti malvagi, che richiamano le nove passioni descritte dall’Enneagramma.
Nel medioevo un monaco spagnolo nativo di Majorca, Ramon Llull, ha pubblicato una serie di Enneagrammi (1307) che si possono considerare quali predecessori del moderno Enneagramma(2).
Al di là di questi frammenti e ipotesi, le mediazioni storiche circa la trasmissione di tale strumento permangono nebulose; non si è ancora giunti, o forse non si arriverà mai, a dare una cornice storica esaustiva o definitiva circa le sue origini.
I “frammenti” menzionati suggerirebbero una varietà di influssi che hanno segnato l’evoluzione storica di questo simbolo; non è da escludere che, con il tempo, qualche ricercatore riuscirà ad aggiungere altri tasselli al misterioso mosaico.
Impronte recenti
La storia recente è più documentata ed include tre figure significate; George Gurdijeff (1870-1949) di origine armena, Oscar Ichazo, di origine boliviana, e Claudio Naranjo, di origine cilena.
I due canali principali di trasmissione dell’attuale Enneagramma sono Oscar Ichazo e l’Istituto di Arica, e Claudio Naranjo, attraverso lezioni da lui impartite a Berkeley e frequentate da H. Palmer e Bob Ochs, due studiosi importanti nel far conoscere questo strumento rispettivamente in California e a Chicago, presso l’Università Gesuita di Loyola.
A queste tre figure fondamentali si aggiunge una seconda schiera di autori, tra cui Helen Palmer, David Daniels, Richard Rohr, Richard Riso, Russ Hudson, Patrick O’ Leary, Maria Beesing, Ted Dobson and Kathly Hurley che, attraverso i loro scritti e le loro scuole di formazione, hanno dato un impulso notevole alla conoscenza e alla diffusione dell’Enneagramma nel mondo.
Nelle ultime decadi l’uso dell’Enneagramma si è andato estendendo a vari ambienti, tra cui: la formazione religiosa e la direzione spirituale, la scuola, il mondo imprenditoriale, il counseling e la psicoterapia, il mondo della salute e delle medicine alternative, il teatro e l’arte, la grafologia e altri orizzonti di applicazioni innovative.
Un numero crescente di ricerche sta contribuendo a dare credibilità scientifica a uno strumento che vanta solidi riscontri e conferme nella prassi.
Oltre all’innegabile valore che riveste per la propria crescita personale, l’Enneagramma può contribuire a migliorare le relazioni coniugali e familiari, l’ambito di lavoro e professionale, il lavoro d’équipe o comunitario, l’educazione dei giovani, la gestione dei conflitti, e così via.
L’irradiazione attuale dell’Enneagramma
L’uso di uno strumento e delle sue leggi (legge del tre e del sette) che, verosimilmente in passato era servito per leggere il grande cosmo, applicandolo al microcosmo della persona, è uno sviluppo realizzatosi negli ultimi 50 anni.
La rapida diffusione, favorita dal crescente numero di corsi e di pubblicazioni, ha trovato un momento di slancio nel 1994, presso l’Università di Stanford in California, dove Helen Palmer e D. Daniels hanno organizzato la prima Conferenza Internazionale sull’argomento. Le 1.400 persone presenti hanno dato il mandato ai pionieri e autori più noti dell’Enneagramma di dare vita a un’Associazione Internazionale con una sua missione, obiettivi e principi etici.
L’IEA (International Enneagram Association) ha già organizzato dodici convegni internazionali, svoltisi in diverse città degli USA.
Nel frattempo si sono moltiplicate le pubblicazioni in varie lingue, alcune scuole si sono diffuse in diversi paesi del mondo con tirocini e requisiti specifici per l’abilitazione, siti internet sono sorti per la diffusione d’informazioni e il networking.
Un bollettino internazionale “The enneagram monthly” mantiene in contatto gli insegnanti e i simpatizzanti di questo strumento, diffondendo conoscenze e articoli informativi.
Anche in Italia, oltre ad altre Associazioni legate all’Enneagramma, si è costituita l’A.I.E. (Associazione Italiana Enneagramma, 1998) con lo scopo di promuovere la conoscenza dello strumento e favorire percorsi di abilitazione, per quanti ne sono interessati.
Più di venti persone, provenienti da diverse regioni e rappresentanti di una varietà di professioni, hanno già conseguito l’abilitazione, insieme a tre insegnanti spagnoli, che hanno seguito il progetto formativo dell’A.I.E.
L’Associazione Italiana si è resa promotrice del primo Convegno Europeo dell’Enneagramma, tenutosi presso la Cittadella di Assisi nel maggio del 2006, con la presenza di circa 130 persone di oltre quindici nazioni europee e con diverse competenze.
La singolare valenza di questo strumento consiste nell’integrare i contributi della psicologia con i principi della spiritualità.
Il contributo psicologico è nella proposta di una mappa coerente, comprensibile e chiara di nove modi di essere, agire e relazionarsi con le ricorrenti motivazioni e compulsioni. L’agenda spirituale e’ l’invito ad un processo di trasformazione interiore, alla luce dei limiti e condizionamenti che ogni personalità può sperimentare.
L’uso dell’Enneagramma
L’Enneagramma non è una dottrina, ma uno strumento di crescita umana e spirituale.
Come per tutti gli strumenti, i suoi riscontri pratici ed etici dipendono dall’uso che se ne fa.
La Bibbia e il Corano possono essere usati per la trasformazione e la conversione, ma anche per la divisione, la condanna e la guerra.
Il sentimento di collera o di indignazione, per ingiustizie subite, può tradursi in atteggiamenti di aggressione e violenza, o di costruttivo confronto.
Così anche l’Enneagramma può essere usato per una migliore comprensione e accettazione del prossimo, ma anche per etichettarlo o giudicarlo.
La peggiore pubblicità all’Enneagramma viene data da coloro che lo hanno trasformato in un gioco di salotto, banalizzandone il significato attraverso la facile categorizzazione delle persone; talvolta trasformando alcune impressioni iniziali in giudizi perentori, o usandolo per colpire più che per capire gli altri.
Le diffidenze nei confronti dell’Enneagramma è causata da chi ne ha fatto un uso troppo semplicistico, distorcendone la natura o assolutizzandone la verità.
La saggezza dell’Enneagramma passa anche attraverso la maturità etica di chi lo insegna e di come lo si usa.
Nel rapporto di coppia l’Enneagramma può essere usato per sintonizzarsi meglio con il coniuge o per acutizzarne le differenze o irrigidirsi sulla propria posizione; nella vita comunitaria per accogliere creativamente i diversi doni delle persone o per confermare i propri giudizi negativi nei confronti di chi risulta irritante e indisponente; nel mondo dell’impresa per relazionarsi meglio ai clienti o per manipolarli e strumentalizzarli; nella psicoterapia per addentrarsi nelle dinamiche interiori dell’altro o per condizionarlo o controllarlo con i propri schemi; nel mondo educativo per capire meglio il tipo di intelligenza posseduto dall’allievo o per costringerlo a seguire il solco tracciato per tutti.
E’ uno strumento che occorre usare con discernimento e prudenza per promuovere il bene delle persone.
La mappa di un viaggio
L’Enneagramma considera la personalità quale risultante della mappa genetica, degli influssi socio-culturali, in particolare familiari, e delle scelte etiche operate dal singolo nel corso della vita.
È una mappa che studia la personalità sulla base di caratteristiche tipologiche o tendenze che accomunano un gruppo di individui.
Pur salvaguardando il principio dell’unicità e irripetibilità di ogni persona, ognuno -nel suo modo di pensare, sentire ed agire- si ritrova a condividere maggiori similitudini o differenze con altri “enneatipi”.
Questo nucleo di “tendenze ricorrenti” forma le nove mappe, che rappresentano i valori e le motivazioni, i bisogni e le dinamiche, le compulsioni e le cause di stress che soggiacciono a un determinato modo di essere e di relazionarsi.
L’appartenenza a una determinata “tipologia”, più che una scelta, e’ il risultato di un processo di consapevolezza e autoaccettazione. Nessuna tipologia è migliore di un’altra, ma ognuna rappresenta un mosaico di doni, limiti e percorsi di maturazione da realizzare.
Inoltre, nessuno è caratterizzato da una personalità “pura”, perché ritrova in sé aspetti, doni e zone d’ombra di altre personalità. La capacità di identificare la propria struttura centrale non è facile, in quanto la persona è soggetta a diverse percezioni di se’.
Il riconoscersi fondamentalmente in una determinata base o personalità, aiuta a mettere a fuoco il proprio modo di essere nel mondo, le proprie credenze, risorse, compulsioni, limiti e meccanismi di difesa.
Ogni individuo, poi, pur condividendo con altri della stessa tipologia alcune similitudini e tendenze, conserva la sua differenziazione legata ad una molteplicità di fattori, quali: l’ambito sociale di provenienza, l’ordine di nascita in famiglia, la formazione conseguita, gli eventi o le scelte che ne hanno segnato le vicende biografiche.
L’appartenenza ad una determinata tipologia non è né un pregio né un demerito, ma una sfida ad accettarsi, per portare alla luce le proprie potenzialità.
La prima tappa consiste nel valorizzare l’Enneagramma come una miniera di informazioni e consapevolezze personali; la seconda nel relazionarsi agli altri con maggiore sensibilità ed empatia, rispettandone le differenze.
La vera sfida è di entrare nella terza tappa, che comporta l’integrazione delle conoscenze e intuizioni fornite dall’Enneagramma per calarle in processi di crescita mentale, emotiva e comportamentale.
Molti si limitano alla prima tappa, alla fase diagnostica, che offre una fotografia interessante della propria identità; si corre, però, il rischio di rimanere prigionieri delle proprie compulsioni, fissazioni ed abitudini compiendo un cammino di involuzione.
Altri hanno preso atto di una mappa che, volenti o nolenti, li accompagna dalla culla alla tomba, ma la leggono ed usano in modo creativo e dinamico, non statico o rigido. La mappa non è la strada, ma per chi la sa usare, aiuta a capire la geografia e le opzioni lungo il cammino.
Se la mappa viene chiusa in un cassetto, non serve.
La mappa è utile nella misura in cui si consulta, per compiere meglio il proprio viaggio interiore e per relazionarsi con maggiore sensibilità agli altri.
Arnaldo Pangrazzi
Presidente A.I.E. – Associazione Italiana di Enneagramma
_________________________________________________________________
(1) – Evagrio Pontico, Gli otto spiriti della malvagità. Sui diversi pensieri della malvagità. San Paolo, Milano, 2006.
(2) – Tor Waag, L’Enneagramma e le antiche vie cristiane e Anthony Bonner, Doctor illuminatus, A. Ramon Llull Reader, Princeton, Princeton University