AVO ROMA: Progetto sull’accoglienza interreligiosa nelle strutture sanitarie, partita dal S. Spirito.
Dopo dieci anni di lavoro, arriva il premio!
Questo premio è stato una sorpresa, ma è arrivato dopo un lungo e intenso lavoro a più mani, iniziato dalla nostra associazione circa dieci anni fa.
Correva l’anno 2009, quando abbiamo piantato il primo semino, organizzando, con l’aiuto del Cesv, un convegno che aveva il compito di attirare l’attenzione su questa tematica e fare emergere non solo la criticità della struttura ospedaliera, ma anche l’inadeguatezza dei nostri volontari.
L’ospedale S. Spirito (Roma) è considerato un po’ “di frontiera”, sia per la vicinanza a S. Pietro che per la sua ubicazione centrale, dove convergono un numero elevato di turisti. Nel corso degli anni, ci siamo resi conto che aumentavano sempre di più i ricoveri di persone con culti, culture, lingue e abitudine diverse e diventava sempre più palese il loro disagio per un’accoglienza che non teneva conto delle specificità culturali e religiose. Il paziente, nel suo momento di massima fragilità, si trovava così a vivere la solitudine e la mancanza di accettazione e rispetto delle sue differenze.
L’azienda, allora Aslrme (dr Alessandro Bazzoni e dott.ssa Daniela Santella) rispose positivamente e con entusiasmo ed insieme iniziammo a lavorare giorno dopo giorno.
È nato così il laboratorio interreligioso e subito abbiamo potuto contare sull’aiuto della dott.ssa Paola Gabrielli (Tavolo interreligioso di Roma), del dr. Luigi De Salvia (Religions for Peace), di Lilla De Roberti (Cittadinanza Attiva) e di tanti rappresentanti delle diverse religioni.
All’inizio ci sentivamo come dei salmoni che nuotano controcorrente, ma poi ci hanno affiancato e sostenuto altri compagni di viaggio.
Abbiamo ideato un corso di Formazione presso il Cesv, aperto a volontari e personale sanitario, con il fine di far acquisire competenze relazionali, per rendere più efficace la comunicazione in ambito multiculturale e aiutare a comprendere il diverso significato della salute, della sofferenza e della morte nelle diverse religioni.
In seguito abbiamo pubblicato il libro “Salute e spiritualità nelle strutture sanitarie”, presentato anche alla Regione, e un opuscolo da parte delle comunità religiose “per accogliere nel rispetto delle differenze e specificità culturali e religiose nelle strutture sanitarie e territoriali della Regione Lazio”.
Abbiamo sentito anche l’esigenza di organizzare un corso sul fine vita e l’accompagnamento dei morenti nel rispetto del loro credo; in questo ci hanno accompagnato P.Arnaldo Pangrazzi, la dott.ssa Antonella Capati (Avvocato rotale presso il Tribunale ecclesiastico del Vicariato di Roma), Silvana Zambrini (Antea) e tanti altri.
Abbiamo pubblicato un secondo libro “Percorsi di fine vita – Umanizzare il morire nelle strutture sanitarie”, che siamo stati invitati a presentare alla Fiera del libro di Torino e, in un secondo tempo, anche alla Camera dei Deputati.
Storia di questi giorni: preparare un “Manifesto interreligioso dei diritti del fine vita” da diffondere a livello Nazionale. Anche in questo caso si sono uniti altri compagni di cordata.
Per noi, comunque, resta, come unico e vero obiettivo, che in tutti gli ospedali ogni paziente si possa sentire rispettato nella sua cultura, religione, colore e supportato nella sua spiritualità.
Pierpaola Parrella – volontaria Avo Roma e Responsabile Avo all’Ospedale S. Spirito
Ecco il riconoscimento: