AVO Palermo: volontariato per l’alternativa al carcere ed il reinserimento nella società
Quando a fine anno 2019 gli uffici dell’UEPE (Ufficio Esecuzione Penale Esterna) del Tribunale di Palermo ci hanno contattato per proporci la sottoscrizione di una convenzione per aderire ai servizi gestiti dall’UEPE di Palermo, in un primo momento eravamo scettici sulla reale utilità di tale convenzione.
Pensavamo che AVO Palermo non fosse ben strutturata per poter gestire al meglio questo delicatissimo impegno a favore della collettività.
Nell’Assemblea dei volontari AVO che è stata indetta per decidere l’adesione alla convenzione proposta dal Tribunale di Palermo, diversi volontari erano scettici su questa nuova iniziativa, ma alla fine è prevalsa la volontà di confrontarsi con tutti gli aspetti della nostra variegata società ed oggi possiamo dichiarare che è stata la scelta migliore.
La Dr.ssa Eloisa Princiotta, dell’UEPE, ci ha informati sul sistema alternativo alla pena e la messa alla prova e su come AVO Palermo poteva interagire con questa opportunità del sistema penitenziario italiano favorendo il percorso di recupero e di reinserimento della persona giudicata dal Tribunale, aiutandola a superare le difficoltà d’adattamento e reinserimento.
La “messa alla prova” è una forma di probation giudiziale innovativa (introdotta con la legge 28 aprile 2014, n. 67) nel settore degli adulti e consiste, su richiesta dell’imputato, nella sospensione del procedimento penale nella fase decisoria di primo grado per reati di minore allarme sociale (come ad esempio percosse, minaccia non grave, deviazione di luce o acqua, guida in stato di ebbrezza…). Con la sospensione del procedimento, l’imputato viene affidato all’ufficio di esecuzione penale esterna per lo svolgimento di un programma di trattamento che prevede, come attività obbligatoria e gratuita, l’esecuzione di un lavoro di pubblica utilità in favore della collettività che può essere svolto presso istituzioni pubbliche, enti e organizzazioni di assistenza sociale, sanitaria e di volontariato. Il lavoro di pubblica utilità può essere svolto per un minimo di 10 giorni, anche non continuativi, e non può superare le otto ore giornaliere. L’esito positivo della prova comporta l’estinzione del reato.
L’uso della misura alternativa alla detenzione è un traguardo di civiltà del nostro sistema giuridico e detentivo, quindi poter dare esecuzione a questo semplice concetto diventa sicuramente strategico per tutti quegli operatori impegnati all’interno dei Tribunali, e ciò a Palermo si realizza anche grazie alla disponibilità di AVO.
Dall’inizio del 2020, dopo aver sottoscritto la convenzione con il Tribunale di Palermo, AVO Palermo, pur nel pieno della pandemia, ha già accolto diverse persone ed i volontari AVO Palermo, grazie a queste persone, hanno avuto la possibilità di scoprire una nuova umanità che merita la nostra attenzione e disponibilità.
Questo istituto, previsto dalle vigenti normative, è stato concepito per aiutare le persone interessate, e per il loro miglior reinserimento sociale.
Quindi dare loro, attraverso l’AVO Palermo, l’opportunità di conoscere il mondo del volontariato, apprezzarne la sua forza sociale dirompente, scoprire che esiste all’interno della nostra frenetica società un mondo fatto da persone che antepongono l’aiuto disinteressato del prossimo rispetto alla rincorsa del successo e dell’affermazione economica, per loro è stata una piacevole scoperta. Qualcuno è poi diventato volontario.
Tra le attività svolte da queste persone si possono elencare “il servizio di call center in supporto alle persone sole durante la pandemia Covid, la consegna a domicilio di medicine e spesa, la sistemazione e gestione della biblioteca creata da AVO in ospedale”.
I volontari AVO, hanno apprezzato il loro atteggiamento ed approccio al mondo del volontariato, notando che dopo il primo impatto, spesso fatto di diffidenza verso un mondo per loro sconosciuto, imparano ad apprezzarne le dinamiche e gli obiettivi.
Rendersi conto che esiste una componente importante della nostra società che ha il coraggio di “spendersi” gratuitamente e senza alcun secondo fine nell’aiuto ed assistenza di chi si trova in difficoltà per queste persone ha un impatto positivo che apre loro la certezza che fare del bene al prossimo non è una “debolezza” ma la vera forza trainante della nostra società.
Come AVO Palermo ci auguriamo che incentivare queste soluzioni rispetto alla pena “tradizionale” serva per uscire fuori da schemi punitivi che da soli non contemplano l’inserimento dei soggetti interessati.
Andrea Monteleone – Presidente AVO Palermo
Giusi Zarbà – Redazione Nuovo Noi Insieme