AVO ED EMDR: L’ESPERIENZA DI PIETRA LIGURE
Nella scorsa primavera sono stata contattata dalla presidente dell’Avo dell’Ospedale di Pietra Ligure per un momento di formazione rivolto ai volontari AVO sull’E.M.D.R. , ma cosa significa questa sigla e perché ho accettato con entusiasmo?
L’Eyes Movement Desensitation and Reprocessing (Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i Movimenti Oculari) è una psicoterapia nata negli U.S.A. da un’intuizione della psicologa Francine Shapiro. Nel 1987 la dott.ssa Shapiro scoprì che i suoi movimenti oculari volontari riducevano l’intensità dei pensieri negativi che la disturbavano ed iniziò uno studio volto ad esaminare l’efficacia dell’E.M.D.R. in patologie dove spesso questi riemergono alla mente con flashback improvvisi di ricordi emotivamente dolorosi .
L’E.M.D.R. venne applicato inizialmente nel trattamento di reduci traumatizzati del Vietnam e di vittime di aggressioni sessuali scoprendo che così si riducevano notevolmente i sintomi del Disturbo da Stress Post Traumatico (PTDS).
Premetto che presso il Padiglione Racamier dell’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze dell’A.S.L.2 Savonese ha istituito da 2 anni il primo Ambulatorio sul Trauma E.M.D.R. della Regione Liguria, uniformandosi a realtà simili in diverse A.S.L. italiane.
E’ un metodo specifico per la terapia dei traumi psicologici e credo sia importante per i volontari ospedalieri riuscire a riconoscere le conseguenze sia fisiche sia psichiche dei traumi nei pazienti che incontrano in corsia.
Inoltre ritengo che conoscere la sintomatologia del trauma psicologico possa essere permettere ai volontari di capire se sono stati esposti durante il loro operare in corsia a situazioni che possono avere causato in loro stessi delle conseguenze e porvi rimedio repentinamente.
Scendiamo nei dettagli: che cosa si intende per trauma psicologico?
Etimologicamente può essere definito come una “ferita dell’anima”, qualcosa che rompe il consueto modo di vivere e vedere il mondo e che ha un impatto negativo sulla persona che lo vive.
Esistono diversi tipi di esperienze potenzialmente traumatiche a cui può andare incontro una persona nel corso della vita:
– i piccoli traumi o t, ovvero quelle esperienze soggettivamente disturbanti che sono caratterizzate da una percezione di pericolo non particolarmente intensa come un’umiliazione subita o delle interazioni brusche con delle persone significative principalmente durante l’infanzia
– i grandi Traumi o T ovvero tutti quegli eventi che portano alla morte o che minacciano l’integrità fisica propria o delle persone care come incidenti, disastri naturali, abusi ,atti terroristici,ecc.
Il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disordes, D.S.M.V. , cioè la classificazione internazionale dei disturbi mentali ,pone l’accento su “come l’individuo ha vissuto gli eventi traumatici” e inserisce i Disturbo da Stress Post Traumatico nella categoria che comprende i disturbi reattivi dell’attaccamento ,lo stress acuto ed i disturbi dell’adattamento.
Inoltre introduce il disturbo da lutto complicato persistente ,quando l’intensità ,la qualità o la persistenza delle reazioni al dolore eccedono quelle che possono essere normalmente attese.
Il trauma psicologico, viene quindi considerato tra il fattore scatenante di molti sintomi psicologici.
Subito dopo avere vissuto un evento traumatico il nostro organismo ed il nostro cervello vanno incontro ad una serie di reazioni di stress fisiologiche, che nel 70%,80% dei casi tendono a risolversi naturalmente senza bisogno di un intervento specialistico.
Infatti alcuni individui sono in grado di fare fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita di fronte alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità.
Queste persone sono chiamate “resilienti”, cioè immerse in circostanze avverse riescono , nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione a fronteggiare efficacemente le contrarietà .
Ma cosa succede quando questo non avviene?
La ricerca scientifica ha dimostrato che le persone reagiscono, dal punto di vista emotivo, mostrando sintomi e conseguenze simili di fronte a Traumi di tipo diverso .
Infatti possono essere riscontrati segni nel corpo di chi ha subito traumi importanti nel corso della vita con segni anche a livello cerebrale, mostrando ad esempio un volume ridotto di specifiche aree quali l’ippocampo e l’amigdala.
Gli accadimenti che hanno un impatto emotivo molto forte si ripercuotono anche a livello corporeo, quindi, risulta evidente che intervenire direttamente sull’elaborazione di questi eventi traumatici abbia un effetto anche sulla neurobiologia del nostro cervello.
Può capitare di ritrovarsi a soffrire per un evento traumatico anche a distanza di moltissimo tempo dall’evento stesso e spesso si riprovano le stesse sensazioni angosciose e tutto questo non permette di condurre una vita soddisfacente da un punto di vista lavorativo e relazionale.
In questi casi si può dire che: “il passato è presente”.
Si tende quindi a “rivivere” continuamente l’evento traumatico ,continuando a provare tutte le emozioni, sensazioni e pensieri negativi esperiti in quel momento. E’ proprio quando ci si rende conto che le reazioni sono di questo tipo e che la sofferenza che si prova è notevole che è necessario chiedere aiuto ad uno specialista.
Spesso possono essere considerati Traumi anche la diagnosi di malattie importanti ,o a prognosi negativa , per noi stessi o i nostri familiari.
Riuscire ad affrontarli e rielaborarli adeguatamente ha un’incidenza anche sulle possibilità di reazione alle cure, in modo particolare nelle patologie oncologiche.
Ma di cosa abbiamo bisogno quando viviamo un’esperienza traumatica?
Di potere parlare con qualcuno dei nostri pensieri e sentimenti e cercare di mantenere le abitudini della vita quotidiana, tornando al più presto agli impegno consueti, anche se si può essere più stanchi del solito, con la consapevolezza che ci vorrà un po’ di tempo per superare emozioni forti.
Se non siamo individui particolarmente “resilienti” può invece accaderci di provare un senso di irrealtà che ci può portare a dire che siamo “come in un film” e spesso tutto questo è accompagnato da reazioni fisiche come tachicardia, senso di nausea ,eccessivo caldo o freddo ,paura a stare soli ed essere bisognosi di un aiuto concreto di supporto.
Successivamente ad un evento traumatico possiamo avere queste reazioni:
– pensieri intrusivi :arrivano involontariamente ricordi, pensieri ed immagini di ciò che è successo, specialmente quando cerchiamo di rilassarci e questo crea malessere.
– problemi di sonno: sonno leggero, frequenti risvegli, incubi o sogni collegati all’evento.
– associazione con altri stimoli: l’evento traumatico è associato ad altri stimoli ( per esempio rumori, odori ) che provocano ansia o disagio.
– reazioni fisiche: problemi di stomaco, senso di nausea, stanchezza.
– disperazione: diventa difficile accettare i fatti, non si riesce a pensare adeguatamente al futuro
– senso di colpa: spesso i sopravvissuti ad eventi mortali si sentono in colpa, pensano “se solo io avessi…”
– vulnerabilità: timore del futuro e indifferenza verso cose che in passato si ritenevano importanti
– pensieri sul significato della vita: tendenza rimuginazioni rispetto al senso della vita, consapevolezza della fragilità dell’esistenza dopo l’incidente traumatico
Il volontario AVO credo possa incontrare spesso in corsia persone che presentano questi sintomi a cui offrire un aiuto adeguato con la consapevolezza che la patologia dei pazienti è un Disturbo da Stress Post Traumatico anche se sono ricoverati per le più disparate malattie organiche.
La terapia E.M.D.R. è psicoterapia che può essere attuata solo da psicoterapeuti adeguatamente formati dalla Associazione E.M.D.R. Italia, parte dell’associazione internazionale E.M.D.R.I.A. che oltre a formare gli specialisti promuove lo studio e la ricerca in questo campo ed ha operato gratuitamente con interventi umanitari in occasione di calamità nazionali ed internazionali quali terremoti ,alluvioni, attacchi terroristici ecc.
Se avete delle curiosità al riguardo potete visitare il sito E.M.D.R. Italia. Grazie per l’attenzione e la sensibilità al problema del trauma psicologico.
Desidero ringraziare le persone che hanno reso possibile quest’esperienza lavorativa ed umana che è stata per me particolarmente significativa, la dr.ssa Caterina Vecchiato Direttore dell’Assistenza Psichiatrica Ponente, il dr. Vittorio Valenti Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze dell’ A.S.L.2 Savonese e le Presidenti dell’A.V.O Antonietta Rembado e Carla Maccagli e la Sig. Vadora per la disponibilità.
SABRINA BONINO
Titoli: Psicologa- Psicoterapeuta- Professore a contratto presso l’Università di Genova – Pratictioner E.M.D.R. – Dirigente Psicologa presso l’ A.S.L. Savonese
Bibliografia
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Faretta, E. (2014). Trauma e malattia. L’EMDR in psiconcologia. Mimesis editore: Milano
Gidaro, E., Vecli, S. ( ). Parlare di terrorismo ai bambini e agli adolescenti e prevenire le reazioni di stress emotivo.
Maslovaric, G., Fernandez, I., Galvagni, M.V. (2013). Traumi psicologici, ferite dell’anima. Il contributo della terapia con EDMR. Liguori Editore: Napoli
Onofri, A., La Rosa, C. (2015). Il lutto. Psicoterapia cognitivo-evoluzionista e EMDR. Giovanni Fioriti Editore: Roma
Shapiro, F. (2000). EMDR. Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso movimenti oculari. McGraw-Hill Education Editore: New York
Shapiro, F. (2013). Lasciare il passato nel passato. Tecniche di auto-aiuto nell’EMDR. Astrolabio Editore: Roma
Verardo, A.R. (2016). Attaccamento traumatico. Il ritorno alla sicurezza. Il contributo dell’EMDR nei traumi dell’attaccamento in età evolutiva. Giovanni Fioriti Editore: Roma