AVO Castrovillari: diario dei volontari durante la pandemia
RACCOLTA DI EMOZIONI E RIFLESSIONI ESTRATTI DAL DIARIO DI ALCUNI SOCI AVO AL TEMPO DEL CORONAVIRUS
Caro diario
un ospite piccolissimo ha sconvolto la nostra vita, ha creato il vuoto dove prima regnava il contatto un nemico che ci colpisce lì dove siamo noi stessi con gli altri.
Ogni giorno preoccupazione per i nostri cari e per il mondo intero, la mancanza dei sorrisi dei malati, l’impossibilità di espletare la vita di volontario. Abbiamo dovuto accantonare tutto ciò che era sociale, condiviso per proiettarci in una dimensione più intima e familiare.
Ti assale l’ansia, la paura, l’incredulità, ma i pensieri positivi devono ritornare. la speranza deve prendere il posto della paura .Ce la faremo, andrà tutto bene
Gianna Pugliese
Caro Diario,
un bel giorno tutto questo che stiamo vivendo, anche se oggi ci sembra innaturale, avrà un senso.
Quindi, per il momento, non facciamoci deprimere dalla confusione, sorridiamo come abbiamo sempre fatto, anche attraverso le lacrime e le nostre fragilità e cerchiamo di comprendere che tutto ciò che succede ha una ragione.
Perché la vita è un dono meraviglioso nonostante i suoi alti e bassi.
Giovanna Fattizzo
Caro diario,
la catastrofe sanitaria che stiamo vivendo ha causato paralisi sociale, isolamento e morte e ha sconvolto la nostra vita.
Non più casa, lavoro, volontariato ma casa, casa e soltanto casa con grande coinvolgimento emotivo e con un lacerante senso di insoddisfazione che scaturisce dalla consapevolezza di non poter più essere vicino a chi è nel bisogno.
Le certezze e i punti fermi che regolavano le nostre esistenze hanno ceduto il posto alla precarietà, al disorientamento e alla solitudine che oramai sono diventate le uniche costanti della nostra quotidianità.
Questo mostro così subdolo e spietato che si è insinuato nella nostra esistenza potrebbe essere il risultato di un dilagante inquinamento o di una incontrollata sperimentazione e in tutta la sua tragica complessità ci ha presentato un conto davvero duro da pagare.
Si è preso gioco di noi, della nostra umanità, delle nostre fragilità, della nostra precarietà e ci ha dimostrato quanto siamo impreparati e quanto poco valgono i nostri obbiettivi. Nel contempo, però, ci ha insegnato quali sono le priorità che davvero hanno importanza e che dovrebbero avere un ruolo cardine nella nostra vita.
Collettivamente bisogna concentrarsi sulla ricerca, sul sistema sanitario, sulla tutela dell’ambiente e soprattutto sulla solidarietà tra le persone consolidando sempre di più quell’ideale di vicinanza e di condivisione verso il sofferente che contraddistingue il nostro essere volontari.
Se questo immane disastro ci ha aperto gli occhi e ci ha chiarito questi concetti, nonostante il tanto dolore….. ”FORSE” ne sarà valsa la pena……
Maria De luca
Caro diario,
l’interminabile “lockdown” mi ha profondamente “segnata”… Ho vissuto delle forti emozioni che hanno generato dentro di me un impeto “travolgente di umanità”… L’ipersensibilità che da sempre mi accompagna… in questo periodo è stata “incontrollabile” nel “dare”… senza “barriere” qualsiasi cosa o gesto che potesse in quel momento recare aiuto (sia materiale che psicologico – empatico)… o sostegno alle persone visibilmente (e non…) in difficoltà… È in queste “situazioni” che esce fuori la “consapevolezza” di ciò che siamo realmente e ciò che conta veramente nella vita: “I VALORI”.
Quello che non dimenticherò mai in una determinata circostanza fu lo sguardo smarrito di una bimba in fila con la sua mamma davanti a un supermercato… In quello sguardo innocente e incredulo lessi la “forza” disarmante della sopravvivenza.
Maria Gerarda Cicchetti0
Caro diario,
lo chiamano così “covid 19”, sembra il codice che da diritto a un buono sconto ma l’unico sconto garantito è per chi resta a casa. Uno sconto esclusivo per chi lo intende, un’offerta speciale che forse sarà riproposta tra non meno di un secolo: capisci chi ti vuole bene, chi davvero ti manca o chi non ha mai fatto parte realmente parte della tua vita. Il covid non è solo un virus ma anche un richiamo alla nostra coscienza. E’ solo una piccola particella di spine che nel punzecchiarci vuole ricordarci chi davvero siamo. E’ vero, questo virus coronato più dello stato ci ha sottratto tempo e libertà, ma ci ha donato uno spunto per pensare. Facciamo quello che domani non riusciremmo a fare con la scusa di non avere tempo e anche da casa immaginiamo che la nostra stanza non ha più pareti…lasciandoci prendere da un’armonia che si chiama vita, la nostra dei nostri cari e di tutta la gente del mondo.
Carolina Cerbini
Caro diario,
le imposizioni subite hanno destabilizzato l’intero sistema coinvolgendo tutti i settori, anche il sociale, impedendo a noi volontari AVO di offrire un piccolo gesto umanitario e d’amore, un bene confortante che espresso in silenzio, umiltà e in punta di piedi, crea sollievo e beneficio a chi si trova nella sofferenza. Attraverso le informazioni ho constatato e compreso il disagio e la solitudine che hanno vissuto le persone contagiate e il dramma che ha coinvolto tutti, medici, paramedici e personale ospedaliero. Tutto ciò ha provocato in me un profondo turbamento , inducendomi a considerare di più l’essenzialità e il rispetto dei valori umani con una mentalità aperta verso il bene comune. Un pensiero va a tutti coloro che non ci sono più e a tutte quelle famiglie che hanno subito impotenti, logorandosi nel dolore, nell’abbandono e nella solitudine. Il coronavirus ci ha tolto tranquillità e libertà, ma ci ha fatto capire che superbia, vanità, arroganza, ricchezza non servono a niente, ma bontà, umiltà, tolleranza e amore sono valori principali, che possono cambiare il mondo e l’umanità intera. Pensando positivo, auguro a tutti noi volontari che questa tempesta mondiale che ci tiene sospesi passi in fretta e che il sole continui a risplendere ed illuminare i nostri passi nel cammino della solidarietà e della condivisione, sperando di ritornare ad essere più attivi di prima.
Elisa Patera